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Cultura
Russia - 30 maggio 2012Torna all'indice →
Successo al Mariinskij per il “Boris Godunov” del putiniano Gergiev
Un “Boris Godunov” con giovani hypster e truppe antisommossa in scena. La prima della nuova versione dell’opera di Mussorgskij del regista inglese Graham Vick si è svolta la settimana scorsa al Mariinskij di San Pietroburgo, una delle mecche del teatro classico russo, in apertura del Festival delle notti bianche. La serata era stata preceduta da una grande attesa sulla blogosfera. La reinterpretazione della famosa opera russa è infatti molto attuale. Nella prima immagine, un popolo in rivolta in abiti contemporanei grida: “Pane!” e “Perestrojka!”. Nella seconda un gruppo di omon, i famigerati agenti antisommossa russi in azione nelle piazze contro gli oppositori, trattiene la folla mentre passa lo zar (interpretato da Evgenyj Nikitin), coperto da una pelliccia moderna di gran lusso. Nella scena finale appare l’interno della Duma, dove dovrebbero sedere i boiari: sul muro accanto all’aquila bicefala emblema della Russia d’oggi, scritto con vernice rossa si legge “Il popolo vuole il cambiamento!”. Una reintepretazione, insomma, che promette di far discutere. Anche perché la direzione musicale dello spettacolo è di Valeryj Gergiev, direttore d’orchestra di fama, direttore artistico dello stesso Marinskij, e putiniano di ferro: del leader russo è stato anche testimonial elettorale. “Una storia lontana è reinterpretata come un dramma universale. Boris, un uomo guidato da desideri e aspirazioni sofisticate, ossessionato dall’immortalità e dalla necessità di creare cose di continuo, arriva alla frustrazione, negazione e alla devastazione”, ha commentato con la stampa il regista. La produzione è stata apprezzata dalla critica. “Studiato nei minimi dettagli non solo per la parte degli arredi e dell’allestimento, ma anche per gli aspetti psicologici”, scrive il “Vedomosti” del 28 maggio “Le tipologie dei carattere, le scenografie, le reazioni sono riconoscibili.” E ancora: “Proprio perché è stata trovata la verità dell’opera, lo spettacolo cattura l’attenzione. In esso si sono fuse con forza componenti diverse: tutte le voci sono buone e ognuna di esse ha una sua nota caratteristica”.