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Cultura
Italia, Russia - 23 maggio 2012Torna all'indice →
Fedorchenko porta a Venezia il suo “Decameron russo”
Dopo essere stato premiato due anni fa alla Mostra di Venezia per “Silent Souls”, in uscita il 25 maggio in oltre quaranta sale distribuito da Microcinema, Alexei Fedorchenko potrebbe essere di nuovo al Lido quest’anno con il suo nuovo film. Si intitola “Le mogli celestiali dei Mari Lugovykh”, è una sorta di Decameron russo, costruito su 33 racconti incentrati su donne che hanno tutti i nomi che iniziano per “O”. “L’abbiamo girato nella lingua in estinzione dei Mari, una popolazione che vive a nord del Volga. È ancora in postproduzione – racconta il regista, ospite al Centro russo di scienza e cultura di Roma – ma il Festival di Venezia sarebbe la cornice ideale per il lancio”. “La difficoltà principale per gli attori è stata usare il loro linguaggio antico, diverso da quello dei loro discendenti – spiega Fedorchenko. – La necessità di salvare lingue e tradizioni che scompaiono a decine ogni anno nel mondo globalizzato è un tema che mi sta molto a cuore”. Non per niente anche “Silent Souls”, che al Lido aveva vinto nel 2010 l’Osella per la fotografia e il premio Fipresci, seguiti da vari altri riconoscimenti nel mondo, ritorna agli antichi popoli russi. Fedorchenko è anche fra i registi di “The fourth dimension”, film corale realizzato con l’americano Harmony Korine e il polacco Jan Kwiecinski, presentato qualche settimana fa al Tribeca film festival.