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Russia - 12 giugno 2013Torna all'indice →

Il “pacchetto retrogrado” – La Russia approva la legge anti gay

L’hanno chiamata “protesta dei baci”. È l’insolita forma scelta dagli attivisti gay russi per dire no davanti alla Duma alla legge che vieta la “promozione di comportamenti sessuali non tradizionali presso i minori”, che a loro avviso rischia di peggiorare la già difficile situazione degli omosessuali nel paese. Venti i fermi. I deputati non li hanno ascoltati, approvando quasi all’unanimità la norma che prevede multe per i trasgressori fino a un milione di rubli (23.500 euro), insieme a un’altra controversa legge che, sulla scia del caso Pussy Riot, sanziona le “offese al sentimento religioso dei credenti con fino a tre anni di prigione” (vedi la notizia successiva, ndr). Un “pacchetto retrogrado”, criticato dai militanti dei diritti umani, che lo legano a un crescente conservatorismo sociale nel terzo mandato presidenziale di Vladimir Putin, foraggiato dalla chiesa ortodossa. Il testo della norma anti-gay, che per i suoi promotori serve a difendere i bambini “dalla negazione dei valori familiari tradizionali” e che per entrare in vigore deve ancora passare alla camera alta e alla firma di Putin, era stato emendato dopo la prima lettura eliminando la parola “omosessuale”. Ma non basta per Human rights watch che parla di “una discriminazione e una violazione dei diritti umani fondamentali delle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender, ndr). Cercare di escluderli come non tradizionali – per l’associazione – significa cercare di renderli meno che umani. Una scelta cinica e pericolosa”. E dubbi ha espresso anche il commissario russo per i diritti umani, Vladimir Lukin: “Un’applicazione crudele e imprudente della legge potrebbe portare a tragedie”. I russi però sembrano d’accordo coi deputati: l’88% sostiene la legge in un sondaggio Tsiom. L’omosessualità era reato nel paese fino al 1993, malattia mentale fino al 1999 e l’omofobia resta diffusa. A maggio due giovani sono stati uccisi dopo aver fatto coming out, ed è solo il più recente episodio di violenza.