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Estonia - 03 settembre 2014Torna all'indice →

Obama in Estonia, chiesta la presenza della Nato

Barack Obama arriva in Europa, dove l'Estonia chiede a lui e alla Nato di avere sul proprio territorio una presenza permanente di basi militari. I timori di un'escalation della crisi dell'Est Europa producono i primi effetti: l'Ucraina annuncia il riarmo, la Polonia ha deciso l'aumento della spesa militare, e l'Estonia invoca la Nato. L'Est Europa torna ai deterrenti. La richiesta del presidente estone Toomas Hendrik è stata esplicita: "Non dovremmo avere paesi Nato su due livelli: con basi permanenti e senza. E' un segnale sbagliato da inviare a un potenziale aggressore", ha detto alla vigilia della visita del presidente degli Stati Uniti. Obama cercherà di rassicurare gli alleati. Ma secondo gli osservatori è comunque difficile che il summit Nato in programma in Galles decida davvero di istituire una presenza permanente in Estonia. Pochi giorni fa il cancelliere tedesco Angela Merkel, a Riga, ha escluso l'ipotesi, scatenando aspre reazioni nella capitale estone. Tallinn cerca in ogni caso un segnale di chiarezza sul quadro della sicurezza, anche perché l'economia risente del nervosismo dell'area. A inizio agosto l'Istituto di statistica ha registrato una crescita migliore delle attese per il Pil estone nel secondo trimestre (+2,2%). Ma ora il peso della situazione geopolitica e le conseguenze dell'embargo deciso dalla Russia hanno convinto il governo a rivedere al ribasso le stime. Nel 2014 l'economia non crescerà più del 2%, secondo il Ministero delle Finanze, bensì appena dello 0,5%, la crescita più debole dal 2009. La stima relativa alla crescita nel 2015 è stata tagliata dal 3,5% al 2,5%. L'economia del Paese - nel 2013 il Pil è stato di 18,4 miliardi di euro - dipende fortemente dal commercio con l'estero, e in particolare con i vicini. Il primo partner per esportazioni è la Svezia, seguita dalla Finlandia, dalla Lettonia e dalla Russia, che vale il 10%. In parte il taglio delle stime è collegato al fatto che anche Finlandia e Lettonia hanno segnalato una crescita meno intensa. Ma il tema centrale è la Russia, dopo le decisioni sull'embargo. "La Russia è un mercato perso, perché la stessa Russia si è occupata di distruggere la domanda, la capacità di importare e la propria valuta", ha detto senza mezzi termini il ministro delle Finanze estone, Juergen Ligi.