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Russia, Italia - 24 settembre 2014Torna all'indice →

Sanzioni alla Russia, in Italia sequestrati beni dell’oligarca Rotenberg

Quote di società e conti correnti per un valore totale di circa 30 milioni di euro: sono i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza all’oligarca russo Arkady Rotenberg, 63 anni. Lo scrivono Corriere della Sera e Messaggero. Il congelamento dei beni di Rotenberg, eseguito dal nucleo speciale di polizia valutaria, è stato disposto proprio sulla base del regolamento europeo del marzo scorso, che ha introdotto misure restrittive nei confronti di imprenditori e gruppi finanziari vicini a Putin. È la prima volta che un provvedimento del genere viene applicato in Italia. Come è noto, i rapporti economici tra Roma e Mosca sono molto stretti, non solo sul fronte delle forniture energetiche, e le reazioni della Russia in risposta alle nuove sanzioni (e all’inserimento di altri 24 nomi nella lista nera di Bruxelles) rappresentano una minaccia non indifferente per la tenuta dell’export italiano: l’embargo sui prodotti agroalimentari sta già costando caro alle aziende di casa nostra, che cercano di bypassare il blocco vendendo a imprese montenegrine o serbe, mentre il paventato stop alle importazioni di moda e arredamento potrebbe comportare perdite fino a 9 miliardi l’anno.  Il magnate colpito dalle sanzioni, che la rivista Forbes definisce “uno dei più influenti uomini d’affari di Russia”, con un patrimonio personale vicino ai 3 miliardi di dollari, ha una biografia variegata. Allenatore professionista di arti marziali e presidente della squadra di hockey Dynamo Mosca, è amico di vecchia data di Putin, col quale praticava il judo. Alcune delle sue società si sono assicurate appalti per 7 miliardi di dollari alle recenti Olimpiadi invernali di Sochi. Inoltre, a partire dal 2008 Arkady e il fratello Boris hanno acquisito controllate del colosso degli idrocarburi Gazprom accorpandole alla loro Stroygazmontazh corporation (nota come SGM), uno dei maggiori appaltatori nel campo delle costruzioni per il settore dell’energia e grande fornitore di Gazprom stessa. Arkady possiede poi il 26% di Mostotrest, che si occupa di lavori infrastrutturali (strade, ponti) e il 50% di Tps Avia, che si è aggiudicata l’appalto per i nuovi terminal passeggeri e cargo dell’aeroporto Sheremetyevo di Mosca. I due fratelli controllano infine le banche Smp e InvestCapitalBank, già colpite in aprile dalle sanzioni statunitensi nei confronti delle istituzioni finanziarie russe. Sanzioni che hanno riguardato anche Rosneft, altro gigante del petrolio con stretti legami con l’Italia visto che ha il 20% della Saras dei Moratti e il 13% di Pirelli.  Il sequestro dei beni di Rotenberg in Italia ha effetto retroattivo dal 30 luglio scorso e comporta il “divieto di spostare, trasferire, alterare, utilizzare o gestire i beni o di accedere ad essi in modo da modificarne il volume, l’importo, la collocazione, la proprietà, il possesso, la natura e la destinazione o di introdurre altri cambiamenti tali da consentire l’uso dei fondi in questione, compresa la gestione di portafoglio”. Obiettivo, impedire che l’oligarca vicino a Putin, ma anche suoi parenti o prestanome, continuino a fare affari in Italia. Secondo il Corriere sono ancora in corso verifiche su diverse persone e altri provvedimenti potrebbero arrivare a breve.