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Serbia, Russia - 15 ottobre 2014Torna all'indice →

Putin sarà a Belgrado per la parata del 70esimo anniversario della liberazione dai nazisti

Belgrado attende con ansia crescente la visita che il presidente russo Vladimir Putin, un soggiorno che seppur breve e di poche ore, ha in sé valenze altamente simboliche a dimostrazione della stretta amicizia che lega la Russia alla Serbia, senza dubbio l'alleato più fedele di Mosca nei Balcani. In piena crisi di rapporti fra Russia, Ue e Usa per via del conflitto ucraino, il leader del Cremlino ha accettato l'invito ad assistere a Belgrado alle celebrazioni per il 70/mo della liberazione dall'occupazione nazista. E pur di avere Putin alla parata militare di giovedì 16 - la prima dal 1985 - la dirigenza serba ha anticipato di quattro giorni i festeggiamenti (l'anniversario della liberazione cade infatti il 20 ottobre). Vladimir Putin - che avrà colloqui con il presidente serbo Tomislav Nikolic e con il premier Aleksandar Vucic, e che firmerà una serie di accordi bilaterali - terrà un discorso alla parata militare, per la quale da giorni sono in corso prove su prove con chiusura del traffico e caccia che sfrecciano sulla capitale. Ciò, tuttavia, non causa eccessive fastidio e proteste da parte della popolazione: un sondaggio diffuso qualche giorno fa ha mostrato che il 71% dei serbi vede di buon grado la visita di Putin a Belgrado. Difficile, probabilmente, trovare un altro Paese europeo con un tale tasso di approvazione nei confronti del presidente russo. In realtà la Serbia è alle prese da tempo con un audace e non facile “equilibrismo diplomatico”: impegnata da gennaio nel negoziato di adesione alla Ue, un obiettivo questo che la dirigenza serba sottolinea essere prioritario per il Paese, Belgrado ha preso nettamente posizione contro le sanzioni imposte alla Russia da Ue e Usa per la crisi ucraina. “Quando abbiamo deciso di avviare il negoziato di adesione all'Unione non abbiamo parlato in alcun modo di sanzioni alla Russia”, ha detto il presidente Nikolic in una recente intervista ai media russi. “Il nostro Paese - ha aggiunto - intende mantenere buoni rapporti con la Russia e con la Ue”. Del resto, ha osservato, come mai cinque Paesi Ue (Spagna, Romania, Grecia, Cipro, Slovacchia) non hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, posizione questa condivisa con Serbia e Russia? La Serbia avrà il prossimo anno la presidenza dell'Osce, e per taluni osservatori la sua posizione di equilibrio fra Mosca e Bruxelles potrebbe favorire un dialogo fra Russia e Occidente su dossier spinosi, a cominciare dalla crisi ucraina. In occasione della visita è stato anche inaugurato in un parco di Belgrado un monumento all'ultimo zar russo Nicola II. La municipalità della capitale serba ha fatto sapere che si tratta di un dono della Federazione russa, a conferma degli stretti rapporti di amicizia fra i due Paesi. Aleksandar Lukic, responsabile cultura al Comune di Belgrado, ha detto che il monumento onora il grande imperatore russo che fu amico fedele del popolo serbo e che tanto fece per la Serbia nella prima Guerra mondiale.