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Bielorussia - 15 ottobre 2014Torna all'indice →

A Mosca vanno a ruba la mozzarella e parmigiano made in Bielorussia

Dopo l’embargo russo sui prodotti alimentari provenienti dai Paesi dell'Ue in risposta alle misure adottate dall’Occidente verso Mosca, nei supermercati della capitale russa è cresciuta l’offerta di prodotti caseari provenienti dalla Bielorussia. Lo leggiamo su Rainews.it. L’embargo, in vigore dal 7 agosto scorso, blocca l’importazione di carne di manzo, carne suina e avicola, frutta e verdura, latte e formaggi. Secondo i dati ufficiali forniti dal Servizio Federale della Dogana russa, dall’entrata in vigore del provvedimento la Bielorussia ha aumentato le esportazioni in Russia di burro del 48% e dei formaggi del 45%. Nei supermercati di Mosca si possono trovare rimanenze di parmigiano reggiano italiano importato ancora prima dell’introduzione dell’embargo, in vendita a 30 euro al chilo, ma anche parmigiano “made in Belarus” al prezzo di 10 euro al chilo. Provenienti dalla Bielorussia sarebbero anche mozzarelle e altri prodotti caseari offerti in quantità sempre maggiori sugli scaffali dei punti vendita della grande distribuzione. Ma come è possibile che la Bielorussia sia improvvisamente diventata terra di grande produzione di prodotti caseari? Il ministro dell’agricoltura bielorusso ha detto che il suo paese riceve da alcuni stati-membri dell’UE sotto embargo russo (in particolare Polonia, Lettonia e Lituania) le materie prime alimentari che vengono poi sottoposte a “una profonda trasformazione e lavorazione”, ciò che permette di applicare al prodotto finito la dicitura del paese d’origine Bielorussia. In pratica, un escamotage che consente di aggirare l'embargo. Di fronte a una così grande diffusione di prodotti provenienti dalla Bielorussia, l’Ente statale russo per la tutela del consumatore e ispezione dei prodotti agro-alimentari (Rosselkhoznadzor) non esclude l’applicazione di un parziale divieto d’importazione dalla Bielorussia dei latticini e dei prodotti caseari.