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Repubblica Ceca - 10 giugno 2015Torna all'indice →

Addio al romanziere Ludvik Vaculik, fu tra gli ispiratori della “Primavera di Praga”

Lo scrittore e giornalista ceco Ludvik Vaculik, che fu tra gli ispiratori della “Primavera di Praga” come autore del manifesto delle “Duemila parole”, è morto all'età di 88 anni. Nato a Brumov, in Moravia, il 23 luglio 1926, Vaculik si affermò con il romanzo “La scure” (1967): il protagonista è un uomo le cui simpatie comuniste nate subito dopo la fine della seconda guerra mondiale vengono messe alla prova dai tormenti della delusione. Nel 1968 Vaculik, con il suo manifesto che invocava riforme, partecipò attivamente alla “Primavera di Praga”, stroncata dall'invasione delle truppe sovietiche. La sopraggiunta normalizzazione impedì l'uscita di “Cavie” (1970), romanzo percorso da venature ironiche. Vaculik fu censurato e gli fu impedito di pubblicare altri libri. Divenuto uno dei principali protagonisti della dissidenza anticomunista, Vaculik iniziò a pubblicare i suoi libri come samizdat, ovvero attraverso i canali di circolazione clandestina. Firmatario del primo documento di Charta 77, il movimento della dissidenza intellettuale di Vaclav Havel, Vaculik divenne in quegli anni animatore dell'editrice clandestina “Petlice”. Dopo il successo di “Il libro dei sogni boemo” (1981, in samizdat), ambientato nel chiuso mondo della dissidenza, Vaculik pubblicò il polemico “Come si fa un ragazzo” (1993) e il romanzo autobiografico “Con i cavalli in Moravia. Viaggio al Praded” (2001). Dopo la caduta del regime comunista alla fine del 1989 riprese l'attività di pubblicista sulle colonne di “Literarní noviny” e di “Lidové noviny”. Nominato vice-ministro degli interni della Repubblica Ceca nel giugno 1990, si dimise nell'ottobre successivo.