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Bielorussia - 18 maggio 2016Torna all'indice →

Fermata in Bielorussia l’attivista anti-brogli della Ong Golos

L'attivista russa Lilia Shibanova, fondatrice ed ex direttrice della Ong anti-brogli Golos, che si occupa di monitoraggio elettorale, è stata fermata dalle autorità al confine tra Lituania e Bielorussia mentre viaggiava in treno per raggiungere Mosca. La notizia è stata data su Facebook dal politologo Aleksand Kinev, che ha ricevuto un sms dalla stessa Shibanova: “Mi hanno prelevata dal treno. Fallo sapere”, ha scritto l'attivista a Kinev, il quale ha riferito che il cellulare della donna risulta ora spento e non raggiungibile. L'attivista era attesa a Mosca, dove il 16 maggio avrebbe dovuto partecipare a una riunione del Consiglio presidenziale per i diritti umani, di cui è membro. Secondo le prime ricostruzioni, le autorità di confine l'hanno fermata alla stazione di Gudogay, in territorio bielorusso, e obbligata a scendere dal vagone per una perquisizione, senza fornirle motivazioni precise. Come riportano le agenzie russe, il Consiglio presidenziale per i diritti umani ha fatto appello al presidente russo Vladimir Putin, perché si spenda a difesa della Shibanova. La Ong Golos (in italiano ‘voce’, ma anche ‘voto’) e i suoi membri sono da anni oggetto di pressione da parte delle autorità russe, dopo che nel dicembre 2011 le loro denunce di brogli di massa alle elezioni parlamentari hanno contribuito a scatenare le nutrite proteste proseguite per mesi, fino all’insediamento di Putin per il suo terzo mandato al Cremlino, nel maggio 2012. Dopo ripetute minacce e intimidazioni, la Shibanova ha lasciato il Paese e trascorre molto tempo a Vilnius. A fine 2013, Golos è stata tra le prime organizzazioni a rientrare nell'elenco dei cosiddetti agenti stranieri, l’etichetta di memoria sovietica con cui Mosca raggruppa le Ong che ricevono finanziamenti dall’estero e che, secondo le autorità, svolgono attività politica.