Cinema, l’avanguardia sovietica degli anni ‘20 in mostra a Napoli

Il cinema sovietico degli Anni Venti si mette in mostra a Napoli con fotografie, locandine di film, prime pagine di riviste, istantanee in bianco nero di sequenze cinematografiche che documentano tracce d’avanguardia: il momento in cui il cinema diventa arte e si fa nucleo di più progetti creativi grazie alle personalità più carismatiche di quegli anni, dal regista Sergej Ejzenshtejn, che firmò “La Corazzata Potemkin”, al fotografo Aleksandr Rodchenko, autore di scatti rivoluzionari. La mostra, aperta al pubblico sino al 31 maggio al Centro di cultura e lingua russa Russkij Mir, all’interno dell’Università di Napoli L’Orientale, si intitola "Avanguardia russa: da Ejzenshtejn a Rodchenko”. Una collezione messa a disposizione dall’Accademia Stroganov, fondata oltre 90 anni fa e divenuta, dopo la Rivoluzione, una scuola di fama mondiale dove hanno insegnato i migliori esponenti dell’avanguardia russa, da Kandinskij allo stesso Rodchenko. Un talento eclettico che si è spinto ben oltre la sperimentazione, dall’arte non figurativa a quella industriale, dalla pittura alla grafica, avvicinandosi alla fotografia per produrre materiali e fotomontaggi ideali per comunicare nella Russia e il suo elevato tasso di analfabetismo: un modo per utilizzare l’arte come veicolo di progresso sociale e politico. “Rodchenko desiderava insegnare all’occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da prospettive ed angolazioni totalmente inaspettate e in situazioni inaspettate; gli oggetti nuovi dovrebbero essere fotografati da angolazioni differenti per offrire una rappresentazione completa e nuova dell’oggetto – spiega la professoressa Lucia Tonini, docente di Letteratura Russa a L’Orientale e curatrice della mostra in esposizione al Russkij Mir –. Tutta la sua fotografia è la messa in atto di questa idea e da queste angolature inattese, da sopra o da sotto vengono ripresi i suoi soggetti, che mostrano così aspetti formali inediti utilizzati nelle sue copertine e nei poster”. Tra i manifesti più famosi esposti alla mostra, quello pensato da Rodchenko per la campagna contro l’analfabetismo in Russia, “Knigi po vsem otraslam znanija” del 1925, la cui copertina conserva ancora la sua forza espressiva grazie all’impostazione grafica, risultato di un elemento fotografico, un fotomontaggio, che era elemento caratteristico dell’arte di Rodchenko, utilizzato anche per le numerose cover della rivista di cinema “LEF”. Ma, oltre alla fotografia, c’è spazio per manifesti di film dei più grandi attivisti degli anni Venti, pellicole che incarnavano i nuovi ideali di libertà, modernità, rinnovamento. Tra cui “Kino-glaz, l’arte del cinema” di Ziga Vertov (e anche Entusiasmo, Sinfonia del Donbas), autore delle scoperte fondamentali nell’ambito della cronaca cinematografica. Oppure la copertina de “La corazzata Potemkin” di Sergej Ejzenshtejn, maestro delle attrazioni cinematografiche e fondatore della teoria del cinema del Novecento. E c’è anche il poster pubblicitario del documentario Turksib (sulla realizzazione della ferrovia che univa Turkestan e Siberia) a opera del regista Viktor Turin.