Cultura
Libri, il treno nella letteratura russa
Il treno ha cambiato la storia. L’avvento delle ferrovie annuncia infatti la scomparsa graduale di un’epoca a cui ne sarebbe subentrata una nuova dominata dal ferro e dall’acciaio, dal mito della velocità e dalla ricchezza. “Il treno nella letteratura russa” è il nuovo libro di Maria Licia Zuzzaro, giornalista torinese di nascita e milanese d’adozione.
L’analisi delle opere considerate in questa ricerca, tra le più rappresentative della letteratura russa, realizzate tra la metà del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo, è stata condotta per esplorare come si connota il treno, e in generale il mondo ferroviario, nei singoli autori esaminati. Il mezzo diventa infatti ora simbolo positivo, strumento e prodotto del modello di progresso tecnologico proposto dall’Europa occidentale, ora simbolo negativo, in quegli autori che sostenevano che la Russia non dovesse imitare pedissequamente il modello di sviluppo occidentale.
Concetti oggi a noi familiari come sviluppo sostenibile e impatto ambientale all’epoca non esistevano, ricorda l’autrice. Ma con sorprendente intuizione già alcuni scrittori, tra i quali Dostoevskij e Tolstoj, compresero che il progresso tecnologico non avrebbe portato solo benessere e felicità ma che un nuovo scenario, a tratti imprevedibile e inquietante, si sarebbe presentato all’umanità.
Maria Licia Zuzzaro si occupa di comunicazione pubblica e turismo culturale. La sua passione per le ferrovie l’ha portata recentemente a creare il blog Tiv, Treni in viaggio, dedicato alla promozione del turismo in ferrovia.