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Repubblica Ceca - 19 giugno 2013Torna all'indice →

Necas al capolinea. Dimissioni dopo la spy story con scandalo a luci rosse

Sesso, corruzione e abuso di potere. Il premier ceco, Petr Necas, si è dimesso lunedì per uno scandalo senza precedenti nel paese, nel quale è coinvolta la sua più stretta collaboratrice e amante segreta, Jana Nagyova. In base alla costituzione ceca, dopo le dimissioni del primo ministro quelle del governo sono automatiche, e a questo punto non sono escluse elezioni anticipate. Necas lascia anche il posto di leader del suo partito Ods (Democratici civici, formazione di centrodestra) e si ritira dalla politica. Il presidente Milos Zeman ha accettato le dimissioni chiedendo al premier uscente di gestire gli affari correnti. Zeman deve ora decidere se conferire un nuovo incarico o se indire una tornata elettorale anticipata. “Sono consapevole dell’impatto che le peripezie della mia vita privata hanno avuto sulla vita politica in questo paese e sul mio partito. Assumo la responsabilità dello scandalo e ne traggo le conseguenze”, ha detto Necas annunciando l’uscita di scena, giudicata inevitabile dai suoi partner di governo. Lo scandalo – scoppiato in seguito a una serie di intercettazioni telefoniche – coinvolge ben sette esponenti del governo, attuali ed ex, facenti parte del partito Ods, oltre a ex capi dei servizi di informazione militari, imprenditori lobbisti e responsabili giudiziari. Nagyova, braccio destro di Necas e capo del suo gabinetto, è considerata la persona chiave di tutta la vicenda: in carcere da sabato, è accusata tra l’altro di aver ordinato a due ex capi dei servizi segreti di pedinare Radka Necasaova, la moglie dell’ex premier. Nei resoconti della stampa ceca, poi, non mancano i particolari boccacceschi sul rapporto tra la donna e il suo amante, che per anni ha seguito ovunque. Non solo. Nagyova è anche il personaggio intorno a cui gira la vicenda di corruzione politica di tre deputati ribelli dell’Ods, ai quali aveva offerto posti in imprese di stato in cambio dei loro seggi in parlamento. Lo scandalo, battezzato Nagygate, ha spezzato la carriera al premier dimissionario, un cristiano con la fama di uomo onesto e politico promettente.