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Cultura
Russia - 26 giugno 2013Torna all'indice →

Mostra satirica su Sochi 2014. Licenziato il direttore del Museo d’arte di Perm

È scontro a Perm, sugli Urali russi, intorno al clamoroso licenziamento di Marat Ghelman. Il gallerista, noto per le sue iniziative provocatorie e a sfondo politico, è stato sollevato dall’incarico di direttore del locale Museo di arte contemporanea, da lui fondato nel 2008, dopo lo scandalo suscitato da una mostra che ridicolizzava le Olimpiadi invernali di Sochi 2014, fiore all’occhiello del presidente russo Vladimir Putin. Il curatore denuncia via web una “censura ufficiale” nei suoi confronti: “Abbiamo complicati rapporti con le autorità, l’arte è (era) l’ultimo ambiente veramente libero in Russia”. Sul proprio account Twitter lo stesso Ghelman aveva prima annunciato che il ministro della Cultura regionale aveva interrotto il suo contratto senza spiegazioni, commentando: “Si è confuso, crede di lavorare per i servizi segreti”. Ma per le autorità locali non si tratta di un caso politico. Viktor Basarghin, il governatore di Perm, 1.200 chilometri a est di Mosca, nel suo blog spiega che Ghelman avrebbe abusato dei fondi pubblici per farsi pubblicità. “Collaborava malvolentieri con le autorità locali, era difficile controllarne le spese”, scrive il governatore. Ora la procura locale ha lanciato un’ispezione negli uffici del Museo e del Festival delle notti bianche di Perm, nell’ambito del quale erano state esposte le controverse opere, tra le quali una caricatura del dittatore sovietico Josef Stalin in costume da orso polare (simbolo dell’evento e della Russia), e una matrioska che nasconde una granata esplosiva.