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Cultura
Italia, Russia - 19 giugno 2013Torna all'indice →

Mostre, la prima volta di Mantegna al Cremlino

Andrea Mantegna varca per la prima volta le mura del Cremlino, nella Russia che tanto ama il Rinascimento italiano, ma dove non esistono tele dell’artista maestro della pittura del Quattrocento. E lo fa con un’opera simbolica, il san Giorgio, che è anche santo protettore di Mosca, proveniente dalle gallerie dell’Accademia di Venezia dove è conservato dal 1856. L’evento è stato presentato in queste ore all’ambasciata d’Italia a villa Berg, dove il quadro, in una teca climatizzata costruita ad hoc, è stato esposto in anteprima fino a mercoledì 20 giugno (nell’ambito del programma di esposizione di opere uniche iniziato nel 2011 con l’Anno della cultura), per poi essere trasferito nell’armeria dei Musei del Cremlino: qui il pubblico russo potrà ammirarlo fino al 22 luglio. “È la prima volta che riusciamo a portare in mostra un’opera unica al Cremlino. La scelta del san Giorgio è un omaggio e un ringraziamento alla Russia”, nota l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi. “Nell’iconografia rinascimentale rappresentava chi combatte verso un avversario politico e militare. Ma questo san Giorgio – prosegue il diplomatico – ha già sconfitto il drago, sventrato ai suoi piedi, e riposa sullo sfondo di un paesaggio sereno”. Lo scenario è quello della città di Selene, in Libia: secondo la leggenda, il santo guerriero uccise il mostro insaziabile salvando una principessa in procinto di essergli sacrificata e come ricompensa chiese la conversione al cristianesimo del re e dell’intero paese. Nell’antica Rus’, san Giorgio rappresentava l’immagine ideale del martire attraverso cui Cristo compie i suoi miracoli. In seguito divenne simbolo della fede trionfatrice sul caos. Il santo è tanto popolare in Russia che durante la Rivoluzione d’ottobre Lev Trotsky, commissario del popolo agli Affari esteri, fu rappresentato in un celebre poster rivoluzionario a cavallo, con tanto di armatura, mentre trafiggeva l’armata bianca sotto le sembianze di un serpente. In Russia, però, Mantegna è relativamente poco conosciuto. Come nota Elena Gagarina, direttrice dei Musei del Cremlino, “per questo ci fa molto piacere mostrare un’opera così eccezionale e unica. Spero che sia l’inizio di un ciclo”.