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Russia - 15 aprile 2015Torna all'indice →

Omicidio Nemtsov, il ceceno Dadaev chiede di sottoporsi alla macchina della verità

Zaur Dadaev, l'ex ufficiale di polizia ceceno e principale sospettato in relazione all'omicidio del politico di opposizione Boris Nemtsov, ha accettato di sottoporsi alla macchina della verità per dimostrare la sua innocenza. Lo riporta il giornale Kommersant, che riferisce della prima visita in carcere ricevuta da questo ex ufficiale di polizia da parte del suo nuovo avvocato Shamsudin Zakaev. Dadaev è stato arrestato in Inguscezia pochi giorni dopo l'assassinio dell'ex vice premier russo, ucciso a fine febbraio a due passi dal Cremlino. La detenzione, a suo dire, è arrivata come un fulmine a ciel sereno: Dadaev ha raccontato all'avvocato nei giorni dell'assassinio si trovava a Mosca solo per motivi di business e ha ribadito la sua estraneità ai fatti. Dopo la conversazione con il suo assistito, il legale si è convinto dell'innocenza dell'uomo, il quale ha già ritrattato l'iniziale ammissione di colpevolezza, a suo dire estorta con la forza. L'avvocato Zakaev ha così deciso di chiedere la prova alla macchina della verità. Iniziativa su cui già si sono detti scettici i legali della famiglia Nemzov, i quali chiedono la presentazione di altre prove concrete. In tutto sono cinque i ceceni detenuti da marzo con l'accusa di essere coinvolti nell'omicidio del politico. Dadaev è ritenuto l'esecutore materiale del crimine, anche se non è ancora stata fatta luce sul possibile mandante.