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Croazia - 22 luglio 2015Torna all'indice →

Otto paesi europei, tra cui l’Italia, aprono le porte ai lavoratori croati

Otto Paesi membri dell'Unione europea - Italia, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo e Spagna - hanno scelto di garantire ai cittadini croati il pieno accesso ai rispettivi mercati del lavoro nazionali. Altri cinque - Austria, Malta, Paesi Bassi, Slovenia e Gran Bretagna - hanno deciso invece di mantenere per altri tre anni le restrizioni di accesso nei confronti dei lavoratori croati. Lo ha reso noto la Commissione europea. Gli altri Stati membri dell'Unione europea avevano aperto le porte ai lavoratori croati già il primo luglio 2013. La Commissione ricorda sul proprio sito ufficiale che il 30 giugno scadeva la prima fase transitoria stabilita dal trattato di adesione della Croazia alla Ue. Entro quella data, i Paesi Ue dovevano notificare alla Commissione se avessero deciso di optare per il mantenimento o meno delle restrizioni per i prossimi tre anni. La Commissaria Ue per l'Occupazione e Affari sociali, Marianne Thyssen, ha sottolineato che la decisione degli otto Stati Ue "è uno sviluppo positivo. La mobilità può essere un'opportunità sia per i lavoratori, sia per i Paesi che li ospitano", ha aggiunto.